Film LGBT per Natale: quando Hallmark ha smesso di ignorare metà del mondo

Le utime dal diario

La lella
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Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

Per decenni, i film natalizi di Hallmark hanno seguito una formula immutabile: neve abbondante, cittadine di provincia dove tutti si conoscono, protagoniste che lasciano la città per riscoprire il senso del Natale, e invariabilmente un uomo affascinante che le aspetta sotto il vischio. Una narrazione eteronormativa talmente radicata da sembrare inscalfibile, talmente prevedibile da poter essere parodiata con tre aggettivi e un cliché. Eppure, nelle ultime stagioni, qualcosa è cambiato. Hallmark ha iniziato ad ampliare il proprio orizzonte narrativo, includendo storie che fino a pochi anni fa sarebbero state impensabili nel catalogo di una rete televisiva così tradizionalmente conservatrice.

La rappresentazione delle relazioni lesbiche e queer in generale nei film natalizi di Hallmark resta ancora numericamente inferiore rispetto alle controparti gay maschili, questo è innegabile, ma i titoli che esistono hanno avuto un impatto significativo sul pubblico che da anni attendeva di vedersi rappresentato anche in quel tipo di narrazione patinata, confortevole, festiva che per troppo tempo era stata appannaggio esclusivo delle coppie eterosessuali. Vedere due donne innamorarsi mentre preparano biscotti allo zenzero, o due uomini che si baciano sotto l’albero di Natale, può sembrare banale a chi non ha mai dovuto cercare disperatamente un frammento di sé stesso nelle narrazioni mainstream, ma per chi è cresciuto senza modelli rappresentativi in questo genere di intrattenimento, l’arrivo di questi film segna una svolta culturale che va oltre il semplice prodotto televisivo.

Questo articolo vuole essere una guida ai principali film LGBT natalizi prodotti da Hallmark negli ultimi anni, una panoramica per chi cerca storie festive che includano anche relazioni queer, per chi desidera trascorrere le serate di dicembre davanti a una cioccolata calda guardando protagonisti con cui identificarsi, per chi semplicemente vuole vedere l’amore celebrato in tutte le sue forme, anche quelle che il cinema tradizionale ha ignorato per troppo tempo.

Il Film del 2025: The Christmas Baby

Il titolo più recente della programmazione natalizia di Hallmark dedicata alla rappresentazione lesbica è “The Christmas Baby”, in onda domenica 21 dicembre 2025, con Ali Liebert, Katherine Barrell e Barbara Niven nel cast. La trama segue Erin e Kelly, una coppia che sta ancora navigando le acque della nuova relazione mentre cerca di bilanciare carriere impegnative e la costruzione di un futuro insieme, quando un evento inaspettato sconvolge i loro piani natalizi: un neonato viene lasciato sulla loro porta pochi giorni prima di Natale.

La storia esplora i temi della genitorialità improvvisata, della responsabilità condivisa, del significato di famiglia in un contesto che esula dalle strutture tradizionali, mentre Erin e Kelly devono affrontare notti insonni, biberon da preparare, pannolini da cambiare, e soprattutto la domanda fondamentale se siano pronte a costruire una famiglia che non avevano pianificato ma che ora bussa letteralmente alla loro porta. Barbara Niven interpreta una figura materna che offre supporto e saggezza, fungendo da ancora emotiva per le due protagoniste che si trovano catapultate in una situazione che richiede decisioni rapide e il coraggio di immaginare un futuro diverso da quello che avevano previsto.

Il film promette di essere tenero, festivo, ricco di quella atmosfera natalizia fatta di luci colorate, caminetti accesi, e quella particolare magia che Hallmark sa confezionare con maestria, ma questa volta con protagoniste lesbiche che finalmente occupano il centro della scena invece di essere relegate a ruoli secondari o a sottotrame appena accennate. Per il pubblico queer rappresenta un momento importante nella crescente biblioteca di contenuti LGBT della rete, un segnale che la rappresentazione lesbica sta guadagnando spazio e dignità narrativa anche nei generi più mainstream.

Friends & Family Christmas (2023)

Uscito nel 2023, “Friends & Family Christmas” è un esempio perfetto di come Hallmark abbia iniziato a replicare le proprie formule narrative di successo applicandole a coppie dello stesso sesso senza modificare l’essenza del prodotto. La storia segue Daniella, interpretata da Humberly Gonzalez, e Amelia, interpretata da Ali Liebert, che si ritrovano intrappolate in quella situazione narrativa classica e collaudata della finta relazione durante le festività.

Daniella è una fotografa sommersa da eventi natalizi, impegni familiari, e l’imminente arrivo dei suoi genitori per le feste, una prospettiva che la riempie di ansia per ragioni che il film gradualmente rivela. Amelia è un’avvocata, pragmatica e organizzata, che accetta di aiutare Daniella fingendosi la sua compagna per alleggerire la pressione familiare e rendere le feste più sopportabili. Il piano sembra perfetto: una messa in scena temporanea, qualche mano tenuta davanti ai parenti, qualche sorriso complice, e poi tutto tornerà alla normalità una volta passato il Natale.

Naturalmente, come in ogni buona storia romantica che si rispetti, i sentimenti veri iniziano a svilupparsi tra le due donne proprio mentre cercano di mantenere la finzione credibile agli occhi degli altri. Le conversazioni che all’inizio erano recitate diventano autentiche, gli sguardi che servivano a convincere i genitori iniziano a tradire emozioni reali, e quello che doveva essere un accordo pratico si trasforma in qualcosa di più profondo e inaspettato.

Il film è descritto come caldo, divertente, e fedele ai canoni del romance natalizio di Hallmark, con quella leggerezza tipica del genere che però riesce a veicolare messaggi importanti sulla verità dei sentimenti, sull’accettazione familiare, e sul coraggio necessario per ammettere a sé stessi e agli altri quello che proviamo davvero. La chimica tra Gonzalez e Liebert è stata particolarmente apprezzata dal pubblico, che ha trovato la loro relazione credibile e coinvolgente nonostante la trama seguisse binari già ampiamente esplorati in decine di altri film eterosessuali della stessa rete.

Love, Classified (2022)

“Love, Classified” rappresenta un approccio leggermente diverso alla narrazione queer all’interno del catalogo Hallmark, perché invece di concentrarsi esclusivamente sulla coppia lesbica, la inserisce all’interno di una storia multigenerazionale più ampia che esplora le dinamiche familiari e i diversi percorsi verso l’amore che ogni generazione attraversa.

Il film segue Emilia, una scrittrice di romance che dopo una lunga assenza torna nella sua città natale per riconnettersi con i suoi figli, i quali stanno a loro volta cercando di trovare la propria strada nella vita e nell’amore. Tra i vari filoni narrativi, emerge la storia d’amore tra due donne interpretate da Arienne Mandi e Katherine McNamara, una coppia che diventa parte integrante del tessuto emotivo del film senza essere relegata a subplot marginale.

Questo approccio narrativo ha dimostrato che Hallmark poteva bilanciare sentimenti familiari profondi con storie d’amore LGBT genuine, che le relazioni queer potevano essere integrate organicamente in narrazioni più ampie senza perdere autenticità o essere trattate come curiosità da mostrare per pochi minuti prima di tornare ai protagonisti eterosessuali. La famiglia di Emilia accetta la relazione lesbica con naturalezza, senza drammi eccessivi o momenti di tensione forzata che spesso caratterizzano le narrazioni queer quando vengono scritte da chi non conosce veramente quelle esperienze.

Il film è stato apprezzato per la sua capacità di normalizzare la presenza di coppie dello stesso sesso all’interno di storie familiari natalizie, dimostrando che l’amore in tutte le sue forme può coesistere pacificamente sullo schermo senza che una narrazione debba cancellare o sminuire l’altra. La presenza di più generazioni ha permesso inoltre di esplorare come il concetto di famiglia e relazione sia cambiato nel tempo, offrendo uno sguardo più ampio e inclusivo rispetto ai film natalizi tradizionali che tendono a concentrarsi su una singola coppia protagonista.

The Way Home (2024-2025)

Sebbene “The Way Home” non sia tecnicamente un film natalizio ma una serie televisiva in corso, merita menzione in questo panorama perché rappresenta un ulteriore passo avanti nella rappresentazione queer da parte di Hallmark. La serie ha introdotto K.C., un personaggio non binario che utilizza i pronomi they/them, segnando un momento importante nella narrazione inclusiva della rete.

La trama principale segue tre generazioni di donne forti e indipendenti che vivono insieme nella piccola cittadina agricola di Port Haven, e intraprendono un viaggio illuminante che nessuna di loro avrebbe potuto immaginare mentre imparano a ritrovare la strada l’una verso l’altra. All’interno di questa struttura narrativa multigenerazionale, l’inclusione di K.C. come personaggio ricorrente ha permesso a Hallmark di esplorare tematiche legate all’identità di genere in modo organico, senza fare del personaggio un simbolo o una bandiera ma semplicemente una persona con la propria storia, le proprie sfide, i propri desideri.

La presenza di un personaggio non binario in una serie Hallmark è significativa perché estende la rappresentazione oltre le coppie gay e lesbiche, riconoscendo che la comunità queer comprende una varietà di identità ed esperienze che meritano di essere raccontate e normalizzate anche nei contesti più mainstream e tradizionalmente conservatori. Port Haven diventa così un microcosmo dove la diversità non è trattata come eccezionale ma come parte naturale del tessuto comunitario, dove le persone si accettano per quello che sono piuttosto che per quello che la società si aspetta debbano essere.

The Holiday Sitter (2022)

Spostandoci sui film con protagonisti gay maschili, “The Holiday Sitter” del 2022 rappresenta una pietra miliare per Hallmark: il primo film della rete con una coppia gay al centro della narrazione. Interpretato da Jonathan Bennett e George Krissa, il film offre al pubblico un classico rom-com natalizio costruito attorno a due uomini che si innamorano mentre si prendono cura di bambini durante le festività.

La trama segue Sam, interpretato da Bennett, che accetta di fare da babysitter ai suoi nipoti prima delle vacanze natalizie. Quando recluta l’aiuto del loro affascinante vicino Jason, interpretato da Krissa, si ritrova inaspettatamente coinvolto in una storia d’amore che inizia tra giochi con i bambini, preparativi natalizi, e quella vicinanza forzata che spesso nelle commedie romantiche fa nascere sentimenti inaspettati.

Il film mantiene tutti gli elementi tipici del genere Hallmark: la cittadina pittoresca, le decorazioni natalizie ovunque, i biscotti fatti in casa, le situazioni tenere e divertenti che coinvolgono i bambini, e naturalmente il lieto fine sotto l’albero di Natale. La differenza fondamentale è che questa volta i protagonisti sono due uomini, e questa semplice ma rivoluzionaria scelta narrativa ha aperto la strada a molti altri film LGBT nella programmazione successiva della rete.

La reazione del pubblico è stata estremamente positiva, dimostrando che esisteva un’audience vasta e affamata di contenuti che riflettessero esperienze diverse da quelle eteronormative, e che la presenza di protagonisti gay non avrebbe allontanato gli spettatori tradizionali di Hallmark ma al contrario avrebbe ampliato il bacino di pubblico attirando nuovi spettatori che fino a quel momento non si erano mai sentiti rappresentati nei film natalizi della rete.

Christmas on Cherry Lane (2023)

L’anno successivo, nel 2023, Hallmark ha dimostrato continuità nella rappresentazione gay riportando sullo schermo Jonathan Bennett insieme a Vincent Rodriguez III in “Christmas on Cherry Lane”, dove interpretano una coppia sposata che affronta importanti cambiamenti familiari durante la vigilia di Natale.

La trama si svolge interamente al numero 7 di Cherry Lane, dove tre coppie in diverse fasi della loro vita attraversano momenti significativi di trasformazione durante le festività. Bennett e Rodriguez interpretano una di queste coppie, già sposata e consolidata, che deve navigare le complessità di un cambiamento importante nelle loro vite proprio mentre tutti si preparano per il Natale.

Questo film è particolarmente interessante perché mostra una coppia gay già formata, già sposata, che affronta problematiche tipiche di qualsiasi relazione a lungo termine piuttosto che concentrarsi sul corteggiamento iniziale o sul coming out. La narrazione normalizza la presenza di questa coppia all’interno del contesto più ampio delle tre storie intrecciate, trattandola esattamente come vengono trattate le altre coppie protagoniste senza dare eccessivo peso al fatto che siano due uomini.

L’approccio multigenerazionale e multi-coppia permette al film di esplorare come l’amore evolva nel tempo, come le sfide cambino a seconda della fase della relazione in cui ci si trova, e come il Natale possa essere contemporaneamente un momento di gioia e di stress quando bisogna affrontare decisioni importanti che influenzeranno il futuro della coppia e della famiglia allargata.

Deck the Walls (2024)

L’ultimo titolo significativo di questa panoramica è “Deck the Walls” del 2024, co-scritto e interpretato da Danny Pellegrino, che include una dolce storia d’amore tra Sal e Jake che è rapidamente diventata uno dei punti forti del film per i fan delle narrazioni queer.

La trama principale segue Rose, una designer di Chicago il cui fratello Sal è responsabile di un progetto benefico chiamato Charity House Flip nella loro città natale in Ohio. Quando una crisi di budget mette in pericolo l’intero progetto, Rose torna riluttante a casa durante le festività per cercare di salvare la situazione. All’interno di questa cornice narrativa centrata sulla ristrutturazione della casa e sui rapporti familiari, emerge la storia d’amore tra Sal e Jake, che aggiunge un livello emotivo ulteriore alla vicenda.

Il film è interessante perché la trama principale riguarda il progetto benefico e il rapporto tra Rose e Sal, ma la relazione gay viene sviluppata organicamente come parte integrante della storia senza essere forzata o utilizzata come elemento di diversità inserito artificialmente per soddisfare quote rappresentative. Sal è un personaggio complesso con i propri obiettivi, le proprie paure, i propri sogni, e la sua relazione con Jake viene raccontata con la stessa cura e attenzione dedicata a qualsiasi altra storia d’amore presente nei film Hallmark.

La collaborazione di Danny Pellegrino nella scrittura ha probabilmente contribuito a rendere la rappresentazione queer più autentica e sfumata, dimostrando ancora una volta che quando le persone LGBT sono coinvolte attivamente nella creazione dei contenuti che le riguardano, il risultato è inevitabilmente più genuino e rispettoso delle esperienze reali della comunità.

Riflessioni finali: tra zucchero filato e sangue rappreso

Guardando questo panorama di film natalizi LGBT prodotti da Hallmark negli ultimi anni, emerge chiaramente un’evoluzione nella rappresentazione queer all’interno di un genere tradizionalmente conservatore e formulaico. La rete ha dimostrato che è possibile mantenere intatta l’estetica confortevole, prevedibile, rassicurante del film natalizio classico mentre si includono protagonisti e storie che riflettono la diversità del pubblico moderno.

Certo, questi film rimangono fedeli alla formula Hallmark: sono zuccherosi, idealizzati, conclusi sempre con un lieto fine che nella vita reale raramente arriva così perfettamente confezionato. I conflitti vengono risolti in novanta minuti, le famiglie accettano sempre i protagonisti queer senza drammi eccessivi, le cittadine di provincia sono miracolosamente prive di omofobia, e l’amore trionfa invariabilmente su ogni ostacolo. È una rappresentazione edulcorata della realtà, un’utopia festiva dove tutto si sistema prima dei titoli di coda.

Ma forse è proprio questo il punto. Forse anche la comunità queer ha diritto a storie zuccherose e irrealistiche, a happy ending garantiti, a mondi fittizi dove l’amore è semplice e il Natale porta sempre miracoli. Per troppo tempo le narrazioni LGBT sono state caratterizzate da tragedia, sofferenza, drammi devastanti, finali ambigui o dolorosi. Bury your gays è stato per decenni lo standard narrativo, dove i personaggi queer venivano sistematicamente uccisi, puniti, o condannati all’infelicità come se la loro stessa esistenza richiedesse un prezzo narrativo da pagare.

Avere film natalizi LGBT significa normalizzare la presenza queer anche nei generi più leggeri, più escapisti, più confortevoli. Significa dire che le persone LGBT meritano di essere protagoniste anche di storie che non ruotano attorno alla loro identità ma che semplicemente le includono come naturale parte del paesaggio narrativo. Significa che due donne possono innamorarsi mentre preparano biscotti allo zenzero senza che il film debba essere necessariamente un coming out drama o una denuncia sociale.

Detto questo, come autrice che scrive principalmente noir, storie dove il sangue scorre molto più abbondantemente del glitter natalizio, dove i finali sono spesso ambigui e i personaggi affrontano oscurità ben più profonde di una crisi di budget per un progetto benefico, trovo interessante osservare questi film da una prospettiva esterna. Il contrasto tra i miei universi narrativi popolati da serial killer, investigazioni cupe, psicologie distorte, e il mondo patinato di Hallmark dove il problema più grave è decidere se baciare qualcuno sotto il vischio, è talmente stridente da risultare quasi comico.

Nei miei racconti le relazioni lesbiche esistono ma sono raramente il focus centrale, perché quello che mi interessa esplorare è la natura umana nei suoi aspetti più oscuri, le zone grigie della moralità, il confine sottile tra giustizia e vendetta. Le mie protagoniste queer affrontano serial killer, non genitori invadenti durante le feste. I loro drammi riguardano cadaveri e indagini, non se il tacchino sarà pronto in tempo per la cena di Natale.

Eppure riconosco il valore di entrambi gli approcci. Il mio pubblico cerca storie che li tengano svegli la notte, che li facciano rabbrividire, che esplodano le convenzioni del romance tradizionale sostituendo le scene d’amore con scene del crimine. Ma esiste anche un pubblico, altrettanto valido e numeroso, che cerca conforto nelle prevedibilità, che vuole sapere in anticipo che tutto andrà bene, che desidera addormentarsi davanti a storie dove l’amore vince sempre e il male peggiore è un fraintendimento risolvibile con una conversazione sincera davanti al caminetto.

La rappresentazione LGBT ha bisogno di entrambe le cose: delle storie di Hallmark dove due donne si innamorano tra panettoni e regali, e delle storie noir dove una detective lesbica insegue un assassino attraverso vicoli bui. Ha bisogno di zucchero filato e di sangue rappreso, di lieti fini garantiti e di finali ambigui che ti lasciano inquieto, di comfort e di disturbo.

Quindi sì, questi film natalizi LGBT di Hallmark rappresentano un progresso importante nella visibilità mainstream della comunità queer, anche se il mio contributo personale alla letteratura LGBT va in una direzione completamente opposta. Magari qualcuno guarderà “The Christmas Baby” mentre sorseggia cioccolata calda sotto una coperta, e poi prenderà uno dei miei libri per bilanciare tutto quello zucchero con una dose salutare di omicidi irrisolti e ambiguità morale.

Perché alla fine, che tu preferisca i biscotti allo zenzero o le scene del crimine, la cosa importante è che ci sia spazio per tutti, che le storie LGBT possano esistere in ogni genere letterario e cinematografico senza essere confinate sempre negli stessi recinti narrativi. Buon Natale a chi lo passerà guardando film Hallmark, e buon Natale a chi lo passerà leggendo thriller psicologici. Entrambi state celebrando l’amore, solo con estetiche leggermente diverse.

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