Londra, 1922. La città porta ancora i segni della recente guerra: sono molte le cose che hanno bisogno di essere ricostruite, restaurate, molte le ferite da sanare, molti i cuori da riscaldare. Una madre e una figlia, i cui uomini di famiglia son stati portati via dalla guerra, sono costrette ad affittare alcune stanze della loro casa per sbarcare il lunario.
Gli ospiti paganti sono una coppia di giovani sposi, che con la loro allegria e sensualità portano una ventata di aria fresca nelle polverose stanze dell’appartamento. Ma anche turbamento. I rumori, i passi, gli incontri in bagno, sul pianerottolo, la condivisione della vita quotidiana: un’intimità con estranei a cui le due donne non sono abituate. Lo scenario cambia velocemente, e molti fatti accadono nel vecchio appartamento che sembrava destinato a una vita fatta di piccole abitudini e di noia: un amore inaspettato e travolgente; una misteriosa aggressione; e da ultimo un omicidio.
Con la maestria narrativa che l’ha già consacrata al successo di pubblico e critica, Sarah Waters imbastisce un racconto avvincente sulla passione amorosa, i desideri inconfessati e le loro travolgenti conseguenze. Un romanzo raffinato, che inserisce nell’affresco di un’epoca storica personaggi destinati a rimanere nel cuore e nella memoria del lettore, così vivi, così autentici nella loro drammatica brama di felicità.
Gli ospiti paganti conferma il talento superbo della Waters, insuperata testimone letteraria di epoche perdute e vite segrete.
The Times
Sarah Waters riesce, con la grande maestria già ammirata in altri suoi lavori, a narrare un tema per l’epoca (ma probabilmente per molti ancora oggi) estremamente complesso e scabroso, senza scadere in un facile dirottamento verso l’erotismo becero e fine a sé stesso, ma imbastendo invece un romanzo molto raffinato, dove la passione amorosa in tutte le sue accezioni, fino alla svolta drammatica, viene raccontata in maniera avvincente. Uno dei meriti maggiori della Waters è indubbiamente quello di riuscire a dare ad un racconto ambientato in un’epoca ormai piuttosto remota una connotazione moderna, riuscendo a sviluppare il tema dell’amore lesbico tra Frances e Lilian con gli occhi e le parole dei suoi contemporanei; eppure, allo stesso tempo mostra un’apprezzabile abilità nel ricostruire dettagliatamente la quotidianità di quegli anni, descrivendo con minuzia di particolari oggetti, abiti, strumenti di lavoro, riuscendo perciò a trasferire in maniera quasi visiva il lettore in quegli ambienti, dandogli quasi l’impressione di poter vivere la scena e toccare con mano ogni singolo oggetto.
L’inaspettata piega “noir” del romanzo lascia comunque ideologicamente spazio all’idea di un finale dove l’amore, di qualunque tipo esso sia, ha la possibilità di trionfare, e ciò che resta al lettore, dell’intera trama, è l’ appassionante affresco di un’epoca i cui personaggi inesorabilmente sono destinati a rimanere impressi nella memoria per la loro autenticità e quel desiderio, vero e palpabile poiché unanimemente condiviso, di felicità che si evince da ogni gesto o dialogo.