Ho sempre pensato che sfruttare uno pseudonimo o un nome d’arte fosse inutile e banale. Invece, dopo un quarto di secolo, ho scoperto di identificarmi in qualcuno, di aver preso qualcosa da un personaggio letterario che non fosse Josephine March. Nel 1986, due anni prima della mia nascita, la mia scrittrice preferita, Marion Bradley Zimmer, pubblicò il primo libro.

I racconti presenti nella raccolta, e scritti tutti nell’arco di un decennio circa, hanno come protagonista la maga dell’ordine della stella azzurra, Lythande. Una maga che, per poter mantenere intatti i suoi poteri secondo le regole del suo ordine che le impongono di dover mantenere un segreto, deve celare il proprio sesso. Per questo motivo, finge di essere un uomo e si sposta di città in città, aspettando la fine dei tempi, quando dovrà combattere l’ultima battaglia: la più cruenta di tutti i tempi.
Come afferma la stessa Marion Zimmer Bradley nell’introduzione a uno dei racconti, Lythande nasce come personaggio marginale alla sua produzione, espressamente pensato per la serie Il Mondo dei Ladri, ideata nel 1978 dall’autore e curatore statunitense Robert Asprin. Il progetto prevedeva che i più noti autori fantasy Americani scrivessero, ambientandole in un mondo comune, storie che potessero intrecciarsi tra loro.

Marion Zimmer Bradley immaginò così Lythande: una donna, menestrello e mago (denotata sessualmente attraverso citazioni tratte dalla poetessa lesbica Saffo). L’autrice, in seguito, continuò a trattare questo personaggio, indipendentemente dal progetto originale.
Lythande è un personaggio bizzarro che presenta mille sfaccettature e modi di fare. Coraggiosa e altruista, si dimostra una donna estremamente forte, capace di sfidare il mondo per far avvalere i suoi diritti. Così impiega due dei tanti talenti che la natura le ha offerto, la magia e l’amore per il sapere. Nonostante appaia particolarmente dotata anche nella musica – l’arte del menestrello – le sue capacità appaiono innate e connesse allo stesso tempo.
In conclusione, se oggi qualcuno dovesse chiedermi perché Lythande risponderei perché, oltre ad essere un’enorme fonte d’ispirazione e un incipit a migliorare, si rivela psichicamente connessa alla mia personalità.