[LGBT] Il sogno – Judo & Love

Le utime dal diario

La lella
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Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

Recentemente, la mia mente è stata avvolta da un sogno perturbante. È uno di quei sogni che non solo popolano il mio sonno notturno, ma sembra diffondersi anche nella mia veglia. Questa potrebbe sembrare una ripetizione, ma è un’esperienza difficile da esprimere con precisione.

Questo sogno non è semplicemente un frammento di una notte incantata, ma una vera e propria visione che si fonde con la realtà. Sono convinta che ci sia una ragione per cui la mia mente sta intraprendendo questo viaggio onirico. E forse, in un certo senso, ne ho bisogno. È come una finestra aperta verso un mondo sconosciuto che mi invita a esplorare lati nascosti di me stessa.

Come raccontavo poco tempo fa, ho perso il mio gatto, e ieri il mio octodon.

E mi direte, giustamente. Si ma che rapporto con i sogni?

Non saprei dirvelo. Forse un tutt’uno. Sia il fatto che la mia vita di coppia è irrimediabile finita, sia il fatto che stia perdendo i miei pilastri, i miei animali che mi hanno tenuta in piedi fino ad oggi, sia il fatto che sto cumulando tre lavori, sia il fatto che, probabilmente, dovrò essere operata una terza volta.

Se dovessi essere franca, potrei dire che tutto sembra andare a rotoli. Le cose che una volta sembravano solide si stanno sgretolando sotto i miei occhi. Ma in qualche modo, questi sogni sembrano offrirmi un rifugio, un modo per rivivere momenti di felicità e spensieratezza che ho sperimentato in passato.

È interessante notare come questi sogni sembrino seguire un filo narrativo, simile a quello di un film o di un romanzo. Sono pieni di emozioni, interazioni e situazioni che non ho mai sperimentato nella realtà. Potrei quasi descriverli come scene da un libro erotico o da un dramma televisivo.

Torniamo al sogno, vero elemento importante di questo articolo.

Il sogno

Ero finalmente tornata a judo, in una palestra totalmente nuova, in un luogo in cui non ero mai stata. D’altronde mi chiedo di cosa vivessi, ma non ci interessa in questo momento.

Il maestro mi mette in binomio con una ragazza che sta facendo carriera in quest’ambito. Quindi all’inizio ero veramente preoccupata riguardo questa decisione. Visto che venivo di farmi operare al ginocchio, visto che non mi allenavo da dieci anni. Insomma troppe paure. Infatti, dopo due ore, l’allenamento si è rivelato essere estenuante. La ragazza mi disprezzava chiaramente ed aveva fatto di tutto per mettermi in difficoltà.

Dopo mesi e mesi di allenamento, l’istruttore aveva deciso che, per chi volesse, ci sarebbe stata l’opportunità di allenarsi cinque volte a settimana. Occasione che non volevo assolutamente lasciar sfuggire.

Purtroppo però, durante il ritorno sul bus, mi ero resa conto di aver dimenticato la data dell’allenamento successivo. Frugando nella mia borsa, trovo la lista degli iscritti con i rispettivi numeri. Visto che non avevo fatto amicizia con nessuno in particolare, penso bene di inviare un sms alla partner di allenamento che cerca di rendermi la vita impossibile. La collega dallo sguardo trucido e micidiale.

Mi risponde:

Non lo so.

Ma bene. Stupendo. Questa si che è una risposta.

Arrivo a casa, stranamente una specie di condominio con una mensa. Non so come possa chiamarsi sinceramente. E non so nemmeno se esista.

Affamata, arrivo dove distribuiscono il cibo e chiedo un po’ di carne.

E dietro di me… chi vedo? Sempre lei, la signora “non lo so“, sempre seria e dal “temperamento oscuro”.

Stranamente sembra essere felice di vedermi.

Mi dice di non avere la più pallida idea di quando fosse il prossimo allenamento, e che non era affatto concentrata nel momento in cui l’istruttore parlava.

Ok.

Una volta finito di mangiare, vado nell’ascensore per tornare a casa.

Aspetta!”. Mi raggiunge. “Uff, ho mangiato un po’ troppo, è arrivata l’ora della siesta!” E ride da sola.

Ma che di ridi“. Penso.

La guardo e non rispondo. Aspetto che l’ascensore parta.

Hai figli?” Mi chiede.

No, non ne ho. E te?

Si uno“.

Strano, pensai. Ma continuai a non dire nulla. Sapevo già come “tipi come lei” potevano rendere difficili momenti a “tipi come me”. Gente troppo gentile che si fa schiacciare da persone troppo determinate ed egoiste.

Arrivate quasi al terzo piano, mi guarda e mi bacia.

Non capisco cosa stia succedendo né che cosa le sia passato per l’anticamera del cervello. Ma approfitto del momento. Perché, nonostante tutto, la trovavo sexy. La sua carnagione scura, quasi sicula, il suo sguardo serio… Insomma. Tanta roba, come direbbe il mio amico. Se solo il suo carattere andasse di pari passo con la sua bellezza…

Arriviamo al terzo piano.

Sei arrivata?” Mi chiede.

Si.” Rispondo. “Ci vediamo al prossimo allenamento“.

Non avevo l’intenzione di andare avanti questa avventura, o piuttosto questa strana situazione, senza aver analizzato tutti i pro e gli inconvenienti.

E non mi inviti?“.

Rimango sbigottita. Che sfacciataggine.

Non rispondo, e nemmeno la guardo partendo via dall’ascensore. Una volta arrivata a casa mi rendo conto della sua presenza. Mi aveva seguita.

Mi bacia prendendomi le mani e premendo il suo corpo sul mio, appoggiato sulla porta.

Ho visto come mi guardavi… Non so perché, ho sentito un qualcosa. Eppure le donne non mi piacciono, o piuttosto non mi hanno mai interessata.” Confessa. “Perdona il mio comportamento. Era solo un bel po di paura. La paura di essere attirata da te.”

Non rispondo, la guardo e la invito ad entrare.

L’indomani mi risveglio cercandola invano nel letto. È sicuramente partita durante la notte. Giusto prima di uscire sento urlare:

Aspetta!”

Era lei. Una volta raggiuntami sussurra all’orecchio: “mi sei mancata…” Sento scivolare le sue mani sui fianchi, e le sue labbra poggiarsi sul mio collo.

L’allenamento è questa sera alle 18. Ti aspetto“.

Parte e se ne va, non si sa dove.m

Ma in che specie di avventura mi sono cacciata?

Vado a lavorare, in un ufficio riempito di PC. Sicuramente sono una programmatrice esattamente come nel mondo reale.

Il ginocchio mi brucia, ma non voglio rinunciare all’allenamento, non per lei, ma per il tempo perso, per i sogni svaniti nel nulla…

Si fa tardi. Una volta arrivata in palestra la vedo, fredda come sempre. Nemmeno mi calcola, è come se le ultime dodici ore non fossero mai esistite. Tanto meglio. Odio questi giochini. È meglio che questo rapporto finisca il prima possibile per il bene di tutti.

L’allenamento si è rivelato lungo e doloroso, soprattutto per i miei muscoli e il mio ginocchio. Lei. Lei parlava con il coach. Non so perché continuavo a guardarla.

Stava parlando con il coach per l’allenamento delle prossime gare. Ero contenta per lei. Nonostante il suo carattere, si allenava in continuazione, e la sua determinazione l’aveva portata ai campionari europei.

Finalmente la doccia. Mamma mia quanto puzzo! È uno degli effetti collaterali dello sport. Normalissimo…

Dopo cinque minuti di acqua bollente sento le sue mani scivolare sulla mia schiena.

Credo che tu abbia bisogno di aiuto… Ti do una mano.”

Ma cosa fa?! Davanti alle sue amiche e colleghe? Ma è impazzita?!

L’allontano per farla ragionare : “Ascolta. Uno non sono il tuo giocattolo. Due è assolutamente immaturo da parte tua di fare queste cose nelle docce comuni, soprattutto visto la carriera che hai di fronte.”

Mi guarda male e se ne va. Ok questa si che è una discussione matura, fra due adulte. Ovviamente per chi non lo avesse capito sono sarcastica.

Si fanno le undici di sera e finalmente sono a letto. Suona il campanello, apro la porta.

E’ lei.

E qui mi sveglio!

Conclusione del sogno

Riassumendo, mi ritrovo a praticare judo in una palestra completamente nuova. È un’esperienza che non ho mai vissuto, ma nel sogno mi sento affrontare le paure e le sfide che affliggono la mia vita reale. Il percorso di allenamento è faticoso, ma il mio impegno e la mia determinazione prevalgono.

Questa esperienza onirica sembra riflettere il desiderio di sfidare me stesso/a e superare le sfide attuali. Mi trovo a collaborare con una ragazza che sembra essere avanti nella sua carriera di judoka. Inizialmente, le paure e l’insicurezza prendono il sopravvento, ma col passare del tempo, la relazione si trasforma. Mi ritrovo a lottare non solo con gli avversari sulla stuoia, ma anche con le mie incertezze e paure.

Questo sogno sembra raffigurare la mia lotta interiore e il desiderio di superare gli ostacoli. Ma il sogno non finisce qui. C’è un elemento misterioso e affascinante: una connessione con una donna che sembra essere in grado di scuotere le fondamenta dei miei pensieri.

Ecco, forse è proprio questo il legame con i sogni. In mezzo al caos e all’incertezza della mia realtà, sto cercando qualcosa di nuovo, di emozionante, qualcosa che mi permetta di evadere e di sperimentare un’altra parte di me stessa. I sogni sembrano essere una finestra aperta su possibilità che altrimenti potrebbero sembrare fuori dalla mia portata.

Non sono uno psicologa, ma sembra che questi sogni siano un riflesso delle sfide che sto affrontando e dei desideri che ho nel profondo. Non so quanto possano influenzare la mia vita reale, ma una cosa è certa: mi offrono una prospettiva diversa, un modo per esplorare lati di me stessa che potrebbero rimanere nascosti altrimenti. Sono come un viaggio nella mia psiche, una possibilità di capire meglio ciò che sto attraversando e ciò che desidero veramente.

E così, anche se la mia realtà sembra confusa e in tumulto, i sogni mi offrono un rifugio temporaneo, una chance di esplorare nuovi mondi e nuove possibilità. Non so quanto possano influenzare la mia vita reale, ma mi piace pensare che possano darmi il coraggio e la saggezza di affrontare le sfide con rinnovata determinazione. In fondo, non importa se sono sogni o realtà, ciò che conta è la crescita personale che posso trarre da entrambi.

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