Le cozze e il caviale

Le utime dal diario

La lella
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Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

Esco da una discussione alquanto bizzarra: le cozze e il caviale.

Il discorso è nato in un bar lgbt francese con due simpatici tipi etero. Uno dei due l’avevo soccorso il giorno prima, incapace di tornare a casa dopo aver bevuto un po’ troppo. Mi aveva parlato delle sue vicende, troppo simili alle mie, sfortunatamente.

Così, dalle nove, abbiamo passato una giornata interessantissima. Abbiamo riso e scherzato, come se fossimo amici da sempre. Appunto, per l’occasione, ho elogiato le doti della mia migliore amica, Alisa, che dopo tre anni di litigi, mi ha dato un abbraccio che non ho mai potuto dimenticare.

Quindi eccomi qui, finalmente protagonista della mia vita, anche se dopo la terza birra triplo malto che la padrona del locale, della quale sono follemente cotta, mi ha gentilmente comprato dopo aver detto “sei l’unica camionista del mio locale che mi chiede una birra con tale gradazione”, e vado avanti.

Quindi, come arrivare alle cozze e il caviale? … Ecco, questa è una storia buffa e divertente.

Abbiamo discusso e parlato di storia, politica ed emigrazione, come solitamente fanno le persone adulte, cosa che mi ha alquanto sorpresa – sono totalmente vecchia di spirito – e insomma, con un doppio senso, una battuta, siamo arrivati a parlare delle cozze.

Quale gioia più grande per una tipa come me? Sono amante dei doppi sensi. Ecco che, finalmente, vedo che il doppio senso funziona anche in Francia, perseverando con la discussione. Oddio – al momento sono troppo deconcentrata vedendo entrare una ragazza che mi piace da morire, incontrata sempre due settimane fa per un corso di creazione di siti web – così abbiamo parlato di cozze.

Il mio commento è stato: “Non mi piacciono le cozze, almeno che non abbiano determinate argomentazioni.” Un sorso di Leffe e ho aggiunto: “Preferisco il caviale. Si, è più difficile da ottenere, eppure preferisco qualcosa di raro e prezioso piuttosto che qualcosa di troppo banale.”

La risposta è stata: “Si ma le cozze hanno il loro perché.”

Così io: “Beh, bisogna aver la fortuna di trovare la perla.”

Oggi non è stata una giornata facile, ci sono stati molti eventi che hanno scombussolato la mia esistenza. Stavo lì, a ripensare a Morgana e Cassandra, capendo che il passato è passato, e che sfortunatamente non si può tornare indietro – esattamente come mi ha detto della bionda della quale sono totalmente invaghita ma che non potrò mai avere, nonostante continui a chiamarmi Romeo.

Una giornata con le altre? No, non credo. Ci sono state troppe emozioni, troppi ripensamenti.

Cerco il caviale? Devo avere pazienza. Una volta, tanto tempo fa, potevo gustarlo una volta all’anno, ora è abbastanza raro. Questa volta, però, parlo realmente di cibo, senza mezze metafore.

Vado ballonzolando a destra e sinistra, cercando di conoscere il più possibile il loro carattere. Vedo che qui sono migliori. Eppure, continuo a bere birra, perché è rimasta una di quelle piccole macchie nere nel cuore. Pensavo fossero sparite, eppure, adesso le sento. Sono qui. La macchia nera che naviga nel mio petto.

Ci ho pensato veramente a lungo: non voglio né il caviale né le cozze. Voglio solo una persona che non potrò mai avere.

La serata si conclude così, senza caviale e senza cozze, ma solamente con la mia piccola macchiolina nera. Un solo pensiero, sopravvivere.

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