Un Natale diverso. Ai tempi del Covid-19

Le utime dal diario

La lella
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Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

L’altro ieri era il giorno di Natale, e sicuramente ognuno di noi si è organizzato al meglio per evitare i possibili contagi del Covid-19.

La nuova malattia del secolo? Possibile. Sono certa che la natura regola il flusso dei suoi esseri viventi indipendentemente da quanto possano essere “intelligenti” o meno. L’uomo non può controllare tutto, non è colui che può decidere chi vivere o morire.

Eppure l’ha fatto, sterminando intere specie di animali.

Sarà la nostra punizione? Forse si o forse no. Non potremo mai saperlo. In ogni caso la nostra avidità è stata punita in qualche modo.

Tralasciando il discorso coronavirus, ritorniamo al giorno di Natale.

Come sempre Natale inizia con la vigilia, ovvero il 24 dicembre. La nostra tradizione (si perché ogni famiglia ne ha), è di scartare i primi regali la mattina a colazione. I miei li avevo già ricevuti, ovvero Assassin’s Creed Valhalla per PlayStation 4 e un cofanetto con i personaggi della seconda serie di Pokémon. Si come vi dicevo ho 32 anni ma in fondo in fondo ho ancora uno spirito da bambina! O piuttosto, lo spirito di una nerd!

Invece, la mia compagna ha ricevuto un Whisky, una maglietta puma, una borsetta da trail, un pannello pubblicitario per la sua attività da comportamentista animale e una mascherina stilizzata Harley Davidson. Infatti l’ho conosciuta così, dietro al bancone servendo un po’ di cocktail, bionda e selvaggia, con la sua moto davanti al suo bar. Questi tempi sono finiti, purtroppo.

Più nessun bar, la parte selvaggia non esiste più per far spazio al lato “rompi balls”… Insomma rimane solo la moto!

Torniamo a natale.

Inès ha cucinato per due giorni dei piatti vegetariani (carote affumicate, Wellington vegetariano e verrine di zucca e radicchio), mentre io facevo le pulizie e mi occupavo degli animali. E poi ammettiamolo, chi dice “ciclo”, dice “non mi va di fare nulla”! ?

Arriviamo dai suoi genitori verso le 18. Si inizia con l’aperitivo e con i primi giri di regali. Calzini, camicia a quadrati come piace a me, e creme varie.

Abbiamo trascorso una serata tranquilla fra diapositive della loro famiglia, un gioco che avevo comprato su PC (Use Your Words) e lanterne cinesi.

Purtroppo, nonostante questi tre giorni festivi durante i quali abbiamo bevuto e mangiato, è stato uno dei peggiori natali della mia vita, dopo quello del 2010 ovviamente. Infatti con Inès non abbiamo fatto altro che litigare e ormai il nostro rapporto è diventato inesistente.

Lei vuole che faccia degli sforzi. Ma perché? Per cosa? Per la gloria? Stiamo insieme da sei anni. Durante gli ultimi tre siamo praticamente diventate coinquiline perché lei non voleva più rapporti – non si sa per quale motivo. Ok benissimo, è una sua scelta. Ho fatto di tutto per migliorare questa situazione. Il risultato? Vuole sempre di più. Ora, lavoro e mi occupo una casa che ho comprato sperando inutilmente che potesse essere la soluzione a tutti i problemi. Perché gran parte dei litigi erano legati al poco spazio che avevamo per i suoi animali. Purtroppo la situazione non è cambiata e ora mi ritrovo con il doppio dello stress, fra bollette da pagare, casa sempre sporca e, inevitabilmente, i problemi di coppia. Se solo mi aiutasse… Invece non lavora, non so che cosa faccia durante le giornate e in più si permette di fare delle osservazioni sul tempo che passo davanti al PC per lavoro e sul mio modo di pulire casa.

Quindi è normale che mi sia stufata di lei e che non abbia più nessuna voglia di mantenerla.

E ora che sa che non ne posso più mi chiede di fare delle attività insieme? Ma non m’interessa proprio. Sono calma, paziente, so ascoltare. Ho un caratteraccio, lo ammetto, sono burbera, scontrosa, la mattina finché non bevo il caffè è meglio non parlarmi. Ma farmi trattare da bambina da qualcuno che dice di amarmi e che non mi aiuta nella vita… Anzi che non me lo dice piu, di amarmi. Ed è per questo che sto cambiando rotta. Se l’anno scorso pensavo che ci fosse ancora speranza, quest’anno, invece, mi dico che è finita.

Natale. Una volta era una delle mie festività preferite. Oggi, senza famiglia, senza amore, sono contenta che questo periodo sia finito e che domani torni a lavorare. Ma voglio restare ottimista e continuare a credere che un giorno avrò il mio perfetto e bianco Natale. ?

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