Viaggio solo andata

Le utime dal diario

La lella
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Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

Viaggio solo andata: una partenza inaspettata ma necessaria. Tante persone vivono o hanno vissuto situazioni similari. Condivido con voi un pezzo importante della mia vita, una scelta che ha cambiato veramente tutto e che non mi pento di aver fatto.

Un giorno un amico mi disse che potevo essere paragonata ad un personaggio di un libro. Ah … quanto avrei voluto che si fosse sbagliato. Eppure, eccomi qui: dopo tutte le disavventure della mia vita mi ritrovo su un autobus direzione Francia solo andata. Mi trasferisco, lontano da qui. Non so sinceramente come me la caverò, se troverò un lavoro, o se andrà bene, sta di fatto che una cosa è più che sicura: non potevo più rimanere in quella casa. Venticinque anni di lotte, litigi, violenza, incomprensioni, pianti, tragedie e odio. No. Non sarò una vittima, non sarò più succube di questa situazione: me ne vado, e per sempre. Certo, sto abbandonando tutti i miei amici. “Tutti” … beh, le mie due amiche d’infanzia, il mio amico e maestro di canto, e … tendenzialmente basta. Via … perché merito di meglio, e lo devo a mia madre. Faccio quello che lei avrebbe dovuto fare quando era ancora in vita portando me e mio fratello lontano da quell’incubo. Ma ora è tutto finito … le urla cessano. Sono sì agitata, ma finalmente inizio a sentire silenzio e pace.

In una valigia ho messo tutta la mia vita, anche se non ho ben capito l’importanza degli abiti che ho buttato lì dentro nell’agitazione. Quel che è certo è che non avrei mai lasciato i miei vestiti da concerto in quella casa. Sono tutti con me. L’unica cosa veramente di valore che ho abbandonato è il pianoforte che mia madre mi regalò ai miei 19 anni. Mi mancherà. Si, quanto mi mancherà. Per non parlare poi dei miei spartiti, perduti per sempre.

Ma queste sono solo cose materiali, di poco conto. Quel che ora effettivamente importa è il mio spirito ferito e mutilato. Non sono i lividi che mi fanno male, ma sapere che un genitore è capace di non amarti per tutta la vita. Ora non ho né un padre né una madre. Sono totalmente sola.

Partendo le lacrime non cessavano di scendere, andando via il mio cuore si è spezzato. Non ho più un’identità, non so più chi sono, se non una persona in fuga.

Si rincomincia da zero.

Da tanto cercavo il coraggio di andar via, da tanto volevo un cambiamento. Ieri hanno superato i limiti, e ho deciso di fare questo passo, folle, non calcolato, triste. Abbandono il passato per cercare di costruire qualcosa di bello, senza nessun tipo di sofferenza. Basta star male.

Il viaggio in autobus pare interminabile, d’altronde con così poco preavviso, a basso costo e con tutto questi pesi, non potevo permettermi altrimenti. Tante persone, eppure non sono a disagio.

Sento di fare un vero e proprio tuffo nel vuoto: se cascassi, vorrei farlo in piedi.

Cadere

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