Si, ricordo bene quella sensazione. Il mio cuore avvolto da un’ombra oscura e negativa.
Ultimamente si è dileguata, per lasciar spazio ad una strana morsa, una fitta che si presenta di tanto in tanto e non mi lascia respirare. Penso che quello sia ciò che noi umani definiamo dolore. Ma non si tratta di dolore per un singolo evento bensì dolore accumulato. Pian piano si aggiunge un pezzetto del puzzle facendo diventare quella macchiolina nera insita nel mio petto in puro veleno. L’odio lo conosco bene, vivo immersa quotidianamente in questo sentimento ed è da anni che mi porto dietro questa rabbia. Ammetto che è l’unica cosa che mi fa sentire viva, temevo di esser morta spiritualmente. Ogni giorno rivivo quella strana sensazione, nata ben tre anni e mezzo fa, che mi soffoca e mi uccide lentamente con un dolore straziante. Da quel giorno, io sono morta. Eppure, sono viva, cammino, mangio, canto, di tanto in tanto amo, sorrido. Il problema è che si è spezzato qualcosa dentro di me, ho provato un dolore così straziante che non sono più riuscita a riprendermi. Ho sofferto, si. Per questo son capace di essere la persona più buona del mondo, ed allo stesso tempo la più cattiva. Ecco … ecco cosa mi manca e non trovo più: la mia anima. Sono diventata fredda, insensibile, una persona troppo aggressiva. Ce l’ho con il mondo, ogni causa è buona per creare guerra, caos e discordia. Pura ed appagante cattiveria. Spesso provo sincero piacere nel vedere chi mi ha profondamente ferita. La vendetta., per me è necessaria. Sono una guerriera, lo sono sempre stata, è nella mia indole non arrendermi e lottare con tutte le forze a disposizione. Sono una vera e propria sopravvissuta. Ho passato le pene dell’inferno nei miei venticinque anni di esistenza, e pochi sono stati i momenti felici.
Se Peter Pan dovesse chiedermi di pensare a qualcosa che mi permetta di volare, il mio pensiero felice, avrei diverse opzioni: l’abbraccio di mia madre, caloroso e sincero, che non potrò mai più ricevere nella mia vita, la prima volta che ho baciato Cassandra. e il modo in cui mi guardava. Poi però cascherei subito perché sarei soffocata dall’odio più atroce che possa esistere. Sarei stata felice se non mi avesse abbandonata, ero felice, quando stava con me. Odio. Si odio e mi piace assaporarne il sapore. E’ il mio motore per andare avanti, la mia motivazione per svegliarmi la mattina ed andare avanti e non pensare di aver perso davvero tutto in pochissimi anni.