Desiderio di vendetta

Le utime dal diario

La lella
La lellahttps://www.diariodiunalella.it
Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

Dopo quattro ore ininterrotte di pianto ed essermi distrutta totalmente nel modo peggiore, rido, rido delle cattiverie altrui covando desiderio di vendetta. E’ bello non provare assolutamente niente. Sarà questa la frattura psicologica dei personaggi che cerco di impersonare? Ira e disperazione trasformata in una persona che non ti identifica più.

Questi per me sono stati giorni tremendi, di ricordi orribili, gli stessi giorni dell’anno scorso in cui ho saputo della malattia di mia madre. Continuo a sognarla sempre malata. In realtà penso siano i miei sensi di colpa per non esser stata in grado di salvarla. Ah, i miei classici impeti eroici. Ma so bene di non essere in grado di salvare nessuno, ne ho avuto la prova. Tutto ciò che mi è rimasto nella vita è cantare, e mi stanno distruggendo anche quello. Non ho amici, non ho nessuno che mi ama e mi amerà, sono totalmente inutile in tutto, ma da quando una persona mi ha detto “ormai sei un bene pubblico, DEVI cantare”, mi sono sentita finalmente viva. Mentre prima ERO perché cantavo, ora sono “canto e se apprezzano sono”.

Non apprezzano. Ed ora si è creata una profonda frattura che temo non si rimarginerà. Dato che non sono capace di esprimermi scrivo, per me è difficile comunicare. E dato che comunicavo cantando, e non si sente più, mi chiedo, che canto a fare?

Niente, come dire, ora guardo tutti dall’alto in basso, anche perché le persone che ti stanno più accanto sono quelle che ti feriscono di più.

Post mortem: dodici anni dopo

Siamo ormai nel 2022 e le cose sono cambiate. Questa collera e questo desiderio di vendetta sono spariti, lasciando spazio ad una certa maturità e consapevolezza che la vita “fa brutti scherzi”.

Come ho scritto più volte del diario, ho definitivamente abbandonato il canto tre anni dopo la morte di mia madre, essendo incapace di amare quello che facevo e di apprezzarmi nonostante le critiche. Ma nessuna paura! Sono contenta di ciò che faccio, ovvero la programmazione.

Penso sia normale che, in momenti cosi difficili, e all’età che avevo, si pensino cose del genere. Ma il tempo trasforma la collera in tristezza, e la tristezza, con ancora più tempo, si trasforma in saggezza.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Le ultime dal blog

Altri articoli che potrebbero interessarti

- Advertisement -spot_img