Una lacrima per la mia mamma

Le utime dal diario

La lella
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Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

Una lacrima per la mia mamma, che, ancora, non potrà vedermi.  Questa volta è un evento speciale, perché farò esattamente il repertorio che lei sognava per me, il mezzosoprano. Quante volte mi portava nei negozi barocchi consigliandomi di ascoltare qualcosa che fosse più “per le mie corde”. Eppure, lei non capiva niente di canto, ma vedeva la mia sofferenza. A 18 anni ancora facevo Epic Metal. Ero una ragazzina tormentata e depressa, e lei che fece? Mi comprò un pianoforte, nonostante la trattassi sempre male perché “non capiva”. In silenzio, si metteva a stirare ascoltando i miei progressi. Ora che ci penso era l’unica che mi ascoltava veramente: oggi chiudono tutti le porte appena inizio un vocalizzo.

Lei era speciale, e non lo dico perché era la mia mamma. Era una donna intelligente, forte, affascinante, piena di vita, orgogliosa, curiosa e colma d’amore. Ma la sua sofferenza, la ricordo bene. Come me, scriveva pagine e pagine cercando di capire come affrontare la vita. Eppure, tutti la consideravano una grande persona, nonostante fosse estremamente fragile. Mi manca il suo sorriso, mi manca mentre guidava ed io mettevo il cd della Callas e lei urlava a squarciagola nonostante non sapesse minimamente da dove iniziare. Cantava con pura gioia, si vedeva chiaramente: i suoi occhi brillavano. Inutile dirmi che “passerà con il tempo”, perché non è così, peggiora. Lei era tutto, la mia amica, mia sorella, mia madre. C’era sempre, nel bene o nel male. Un suo gesto involontario che ricordo con affetto era quando metteva la mano sul mio petto mentre frenava, spaventata che potesse accadere qualcosa. Si, quel che ricordo di lei era l’amore, quello vero, puro e incontaminato.

Questo amore mi ha sfiorato il cuore ed è entrato a far parte del mio essere. Se ripenso a tutte le donne che ho avuto, beh, loro hanno sempre detto che “amavo veramente”. Sono poi stata tradita con persone nettamente inferiori, perché erano più reali, e quest’amore spaventa le persone, perché è quello che dura per sempre. E’ un’eredità di mia madre, e non me ne vergogno, ma ne vado fiera, perché sono diversa dalla massa. Non m’importa di quello che pensano gli altri, io sono così, mi piaccio, perché sono piena dei valori che mia madre mi ha insegnato. E se fossi veramente la metà di quello che era lei, allora potrei addirittura considerarmi straordinaria.

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